Cappello A Cilindro - Camera Con Vista Sul Ritorno
La luce è poca in questa stanza e quasi sembra
Che voglia ricordarmi di stare buono e non urlare,
Perché si sa che in un albergo non si urla, ma si sogna
Ed io voglio sognare i campi di cotone
Su un libro ho letto di una locanda sulla costa
E di persone che dipingono il mare con l'acqua di mare,
C' ho trovato Rita, bellissima, con un nome francese, vestita d'aria,
a parlare sempre con un tizio che calcolava i confini delle onde
E' da qui che poi si parte,
Qui, dove le onde possono avere al massimo dei contorni e mai gli stessi,
Qui, dove la notte sono i racconti dei pescatori a portarsela via,
Insieme alle luci e alle strombazzate della strada dei semafori
E Nino mi fa tenerezza
Mentre mi racconta le sue vecchie storie decennali
Sugli scioperi ideali e sulle abitudini dei cani
Mezze parole dette piano con lo squillo di telefoni
E venditori di rose ambulanti che qui non arrivano mai,
Viaggiatori napoletani con i loro accenti messi sulla vocale sbagliata
E versi scritti alla luce di un neon
E poi c'è che mi pettino i pensieri con le mani
E non sono mai troppo ordinati, troppo lunghi o rovinati,
Colorati forse dalla certezza di averti vista passare
Con sulla faccia il tuo sorriso ingenuo e con le ali
E da lontano l'etna a bocca aperta colora il cielo di rosso,
Come a dire non dimenticatevi di me, del mio ricordo,
Mentre i Normanni costruiscono castelli sulle sue parole
E Nino mi fa tenerezza
Mentre mi racconta le sue vecchie storie decennali
Sugli scioperi ideali e sulle abitudini dei cani
Che voglia ricordarmi di stare buono e non urlare,
Perché si sa che in un albergo non si urla, ma si sogna
Ed io voglio sognare i campi di cotone
Su un libro ho letto di una locanda sulla costa
E di persone che dipingono il mare con l'acqua di mare,
C' ho trovato Rita, bellissima, con un nome francese, vestita d'aria,
a parlare sempre con un tizio che calcolava i confini delle onde
E' da qui che poi si parte,
Qui, dove le onde possono avere al massimo dei contorni e mai gli stessi,
Qui, dove la notte sono i racconti dei pescatori a portarsela via,
Insieme alle luci e alle strombazzate della strada dei semafori
E Nino mi fa tenerezza
Mentre mi racconta le sue vecchie storie decennali
Sugli scioperi ideali e sulle abitudini dei cani
Mezze parole dette piano con lo squillo di telefoni
E venditori di rose ambulanti che qui non arrivano mai,
Viaggiatori napoletani con i loro accenti messi sulla vocale sbagliata
E versi scritti alla luce di un neon
E poi c'è che mi pettino i pensieri con le mani
E non sono mai troppo ordinati, troppo lunghi o rovinati,
Colorati forse dalla certezza di averti vista passare
Con sulla faccia il tuo sorriso ingenuo e con le ali
E da lontano l'etna a bocca aperta colora il cielo di rosso,
Come a dire non dimenticatevi di me, del mio ricordo,
Mentre i Normanni costruiscono castelli sulle sue parole
E Nino mi fa tenerezza
Mentre mi racconta le sue vecchie storie decennali
Sugli scioperi ideali e sulle abitudini dei cani
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