Giorgio Gaber - Le Carte
... senza offesa, lei è giovane, se ne faccia una scorta, più che può! Le carte sono importanti, sono tutto... ssst!... per sapere chi sei... per farglielo vedere!
Guardi, senza offesa , ne ho quattro borse, ci dormo sopra. Sapete com'è... nella confusione tutti ti fregano le carte. Lasci lì il tuo atto di nascita e... non lo trovi più. Sei rovinato.
È difficile rifarsi una vita... senza essere nato!...
E intanto, da qualche parte, c'è qualcuno che se lo gode il tuo atto di nascita... Ingordi, affamati di identità!
Io non mi posso lamentare, guardi: quello che basta. Ma ce anche chi ne ha più di me. Parlavo con uno così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa: "Lei non sa chi sono io!..." tratratra!... Era tutti. Che invidia!
Mi creda, non bastano mai. È colpa della pace. Troppo ordine.
In guerra c'era un gran casino, potevi sgattaiolare. In pace... non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum... Carte! Altro che Cartesio!
E poi manca sempre qualcosa. hai voglia di essere prudente.
Lei non mi crederà, ma quando vedo la polizia... il tremore. Eppure ci ho tutto... credo. Tutto dentro le borse, più i bolli incorporati, guardi, attestato di miopia, scadenza '78, guardi, deve eseere visibile. Ci ho tutto, eppure fischio... fischietto sempre quando c'è la polizia. E gli butto lì quattro borse, indifferente. Tre giorni... tre gironi a Ventimiglia... Si capisce, gli danno un'occhiata... Ma ce n'è anche di buoni, di padri di famiglia, chiudono un occhio.
E così io posso essere Lorenzi. Perchè io sono Lorenzi... O no? Non importa, non si saprà mai. L'importante è che sono in regola, ce l'ho tutte le carte, altrimenti come fai?...
La gente si rassomiglia, si rassomiglia troppo. Non si riconosce più un boxer da un levriero, mi creda, che differenza c'è? Niente: una tamponatine. È la medaglietta che conta.
Uno ammazza un ragazzo vicino a Roma, si mette un paio d'occhiali, va in Svizzera:... "Sono Cary Grant"... e, se ci ha le carte... passa.
Scusi, ma lei è proprio lei? Senza offesa, ne ho visti di tipi come lei. Ero così anch'io. Non è rimasto più niente dell'individuo, mi creda, niente. Finito, sgretolato... Vuole un certificato? Scusi la rima. Ero un poeta io... Lo prenda, lo prenda... Quelli che resistono sono i peggiori, una valanga di spostati, come all'uscita dei conservatori. Lo prenda prima che sia troppo tardi. Anch'io ero come lei, ero un poeta, ma ho smesso. E dopo un po' tutti quelli che smettono si rassomigliano, come io e lei. Sul terreno della sconfitta, mi creda, non c'è nessuna differenza tra un filosofo che fa il barista, un ladro in disuso e un rivoluzionario smesso, senza offesa.
Tra un po' saremo tutti uguali. Tutti uguali, certo, nei fallimenti. Ecco, questa sì che è una bella aggregazione! Vengo anch'io... senza offesa.
Le persone si uniscono, mi creda, per un autobus che non hanno preso.
Guardi, senza offesa , ne ho quattro borse, ci dormo sopra. Sapete com'è... nella confusione tutti ti fregano le carte. Lasci lì il tuo atto di nascita e... non lo trovi più. Sei rovinato.
È difficile rifarsi una vita... senza essere nato!...
E intanto, da qualche parte, c'è qualcuno che se lo gode il tuo atto di nascita... Ingordi, affamati di identità!
Io non mi posso lamentare, guardi: quello che basta. Ma ce anche chi ne ha più di me. Parlavo con uno così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa: "Lei non sa chi sono io!..." tratratra!... Era tutti. Che invidia!
Mi creda, non bastano mai. È colpa della pace. Troppo ordine.
In guerra c'era un gran casino, potevi sgattaiolare. In pace... non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum... Carte! Altro che Cartesio!
E poi manca sempre qualcosa. hai voglia di essere prudente.
Lei non mi crederà, ma quando vedo la polizia... il tremore. Eppure ci ho tutto... credo. Tutto dentro le borse, più i bolli incorporati, guardi, attestato di miopia, scadenza '78, guardi, deve eseere visibile. Ci ho tutto, eppure fischio... fischietto sempre quando c'è la polizia. E gli butto lì quattro borse, indifferente. Tre giorni... tre gironi a Ventimiglia... Si capisce, gli danno un'occhiata... Ma ce n'è anche di buoni, di padri di famiglia, chiudono un occhio.
E così io posso essere Lorenzi. Perchè io sono Lorenzi... O no? Non importa, non si saprà mai. L'importante è che sono in regola, ce l'ho tutte le carte, altrimenti come fai?...
La gente si rassomiglia, si rassomiglia troppo. Non si riconosce più un boxer da un levriero, mi creda, che differenza c'è? Niente: una tamponatine. È la medaglietta che conta.
Uno ammazza un ragazzo vicino a Roma, si mette un paio d'occhiali, va in Svizzera:... "Sono Cary Grant"... e, se ci ha le carte... passa.
Scusi, ma lei è proprio lei? Senza offesa, ne ho visti di tipi come lei. Ero così anch'io. Non è rimasto più niente dell'individuo, mi creda, niente. Finito, sgretolato... Vuole un certificato? Scusi la rima. Ero un poeta io... Lo prenda, lo prenda... Quelli che resistono sono i peggiori, una valanga di spostati, come all'uscita dei conservatori. Lo prenda prima che sia troppo tardi. Anch'io ero come lei, ero un poeta, ma ho smesso. E dopo un po' tutti quelli che smettono si rassomigliano, come io e lei. Sul terreno della sconfitta, mi creda, non c'è nessuna differenza tra un filosofo che fa il barista, un ladro in disuso e un rivoluzionario smesso, senza offesa.
Tra un po' saremo tutti uguali. Tutti uguali, certo, nei fallimenti. Ecco, questa sì che è una bella aggregazione! Vengo anch'io... senza offesa.
Le persone si uniscono, mi creda, per un autobus che non hanno preso.
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