Roberto Vecchioni - Ciondolo
E tintinnò, da dove non si sa, lei lo portava al
piede
E tintinnò dietro di lui che la vide e le sorrise
Poi si trovò ad appendere i quadri alle cornici
E a decidere se erano meglio i topi o gli amici
Da navigante prese barca ma non andò lontano
A chi intendeva "Hai due sette solamente" disse
"Era un'altra mano"
A chi intendeva "Ricordi" disse "Non ho più
monete
Le ho spese tutte in baci perugina nelle ore liete"
E se qualcuno lo chiamava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo fermava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E cambiò faccia e sussurri e maniera di fare
l'amore
Fece la punta al suo coltello per difendere il suo
soffio al cuore
Tirò col naso dove si sa che ha sede l'intelligenza
Per annusare molto meglio la gente con più
pazienza
E ogni volta che una donna gli diceva "E' ora che
io vada"
Le regalava i sassolini per farle ritrovare la
strada
Ma le infilava nella tasca la foto di un altro uomo
Perchè chiedesse indifferentemente scusa o
perdono
E se qualcuno lo chiamava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo fermava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E i pompieri dì Milano ogni tanto lo vanno a
cercare
Per quello scherzo della casa da cui disse "Me ne
voglio andare"
E se non fosse per questo avrebbe avuto la
coscienza pura
E non avrebbe mai avuto odore di magistratura
Ma aveva scritto tante buone parole da meritarsi
un santuario
E poi reggeva i palloni sul naso in un modo
straordinario
Sapeva ridere quando non succedeva proprio
niente
E una ragazza sarda lo trovò persino intelligente
E se qualcuno lo fermava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo chiamava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E tintinnò da dove non si sa, lei lo portava ai
piede
E tintinnò nella sua testa da sbronzo un martedì
di fine mese
E tintinnò come la prima volta che lei venne a
letto
Quel suo ciondolo, ciondolo d'oro, maledetto
E allora prese molto bene la mira perchè era un
entusiasta
E lo fece nel preciso momento di calare la pasta
E lo fece tirando, tirando dritto nel naso
Perchè sparire a tutti sembrasse proprio un caso
se qualcuno lo ha chiamato
se qualcuno lo ha fermato
se qualcuno lo ha parlato
e se qualcuno lo ha deluso
non sono io non sono io
non sono io non sono io
non sono io
piede
E tintinnò dietro di lui che la vide e le sorrise
Poi si trovò ad appendere i quadri alle cornici
E a decidere se erano meglio i topi o gli amici
Da navigante prese barca ma non andò lontano
A chi intendeva "Hai due sette solamente" disse
"Era un'altra mano"
A chi intendeva "Ricordi" disse "Non ho più
monete
Le ho spese tutte in baci perugina nelle ore liete"
E se qualcuno lo chiamava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo fermava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E cambiò faccia e sussurri e maniera di fare
l'amore
Fece la punta al suo coltello per difendere il suo
soffio al cuore
Tirò col naso dove si sa che ha sede l'intelligenza
Per annusare molto meglio la gente con più
pazienza
E ogni volta che una donna gli diceva "E' ora che
io vada"
Le regalava i sassolini per farle ritrovare la
strada
Ma le infilava nella tasca la foto di un altro uomo
Perchè chiedesse indifferentemente scusa o
perdono
E se qualcuno lo chiamava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo fermava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E i pompieri dì Milano ogni tanto lo vanno a
cercare
Per quello scherzo della casa da cui disse "Me ne
voglio andare"
E se non fosse per questo avrebbe avuto la
coscienza pura
E non avrebbe mai avuto odore di magistratura
Ma aveva scritto tante buone parole da meritarsi
un santuario
E poi reggeva i palloni sul naso in un modo
straordinario
Sapeva ridere quando non succedeva proprio
niente
E una ragazza sarda lo trovò persino intelligente
E se qualcuno lo fermava
E se qualcuno lo riconosceva
E se qualcuno lo chiamava
Sapete cosa rispondeva?
Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
io
E tintinnò da dove non si sa, lei lo portava ai
piede
E tintinnò nella sua testa da sbronzo un martedì
di fine mese
E tintinnò come la prima volta che lei venne a
letto
Quel suo ciondolo, ciondolo d'oro, maledetto
E allora prese molto bene la mira perchè era un
entusiasta
E lo fece nel preciso momento di calare la pasta
E lo fece tirando, tirando dritto nel naso
Perchè sparire a tutti sembrasse proprio un caso
se qualcuno lo ha chiamato
se qualcuno lo ha fermato
se qualcuno lo ha parlato
e se qualcuno lo ha deluso
non sono io non sono io
non sono io non sono io
non sono io
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